DI RITORNO DA UN SICILIA BREVE
RICORDI SPARSI DI UN “SICILIA BREVE”,
ovvero:
#eramenoimpegnativoilbotszwana
#lasiciliasarebbebellasecifosseilmare
#prestocheètardi
Prendo il cellulare,
il messaggio è nel gruppo “arancino o cannolo?”
Una foto, e sotto la
seguente scritta “Questo è il braccio del mio infermiere stanotte, vedete cosa
porta scritto!!!!, seguendo delle faccine spaventate. Guardo la foto e vedo una
scritta tatuata “presto che è tardi” e poi la dolce e solare Floriana continua
scrivendo: “Pat, hai visto?!” Quando l’ho visto gli ho chiesto di fare foto per
voi.” E seguono faccine sorridenti.
Interviene Debora,
lanciatissima ballerina di danza sportiva che da quest’anno fa parte della
nazionale italiana del Coni, scrivendo: “…faccine che ridono…ma lo sapete che
ho pensato anche io di tatuarlo in onore del viaggio? Sono solo un po’ indecisa
con #ancheSenzaMareLaSiciliaèBellissima.”
Rido, rido da sola a crepapelle.
Rido, rido da sola a crepapelle.
Sono passati quasi quattro anni dal viaggio in Sicilia, un viaggio nella nostra bella Italia che ha creato
fra tutti noi che vi abbiamo partecipato dei legami fortissimi.
Sembra ieri quando 17
perfetti sconosciuti si sono incontrati in tarda mattinata a Largo Grigioni, a
Roma, davanti alla sede di Avventure nel Mondo, per iniziare questo viaggio che
diciamolo, è poco gettonato, perché la Sicilia non sono gli States, non è il
sud est asiatico, non è l’Africa, e allora non si prende in considerazione.
Noi 17 invece
l’abbiamo presa in considerazione e abbiamo fatto un viaggio fantastico
visitando luoghi di una bellezza unica, mangiando cibo il cui sapore non ci ha
lasciato perplessi, capendo sempre quello che le persone che ci incontravano
dicevano.
Era tanto che volevo
vedere la Sicilia, vederla meglio. Avevo fatto solo due fine settimana lunghi
nella zona del Parco dello Zingaro e di Mozia; l’idea di tornare per vedere
meglio questo magnifico pezzo d’Italia mi era venuta anni fa, quando preparando
il viaggio Malesia e Borneo, avevo conosciuto una coordinatrice che partiva per
il mio stesso viaggio, ma qualche giorno prima di me. Collaboravamo alla
definizione dell’itinerario e alla scelta dei preventivi migliori da parte di
tour operator locali; entrambe di Roma avevamo deciso di vederci per andare a
fare insieme gli ultimi acquisti per il viaggio nel sud est asiatico.
Ovviamente si parlò di viaggi e Cristiana, questo il nome della coordinatrice,
mi raccontò come uno dei viaggi che più l’avesse emozionata fosse stato un
viaggio che quasi nessun coordinatore richiede: la Sicilia.
Mi raccontò che alcuni
suoi amici coordinatori saputo che avrebbe coordinato un viaggio in Sicilia, le
chiesero se avesse combinato qualcosa ad AnM e se per caso non fosse stata una
punizione il viaggio in Sicilia.
Non avete idea di
quanto sia stata in trepidazione per l’assegnazione di questo viaggio che non
arrivava.
La mente va indietro
nel tempo, a quel nostro primo incontro, a tutti i miei compagni di viaggio, un
gruppo con un’età fra i 26 e i 72 anni: Cristina M., Debora, Verena, Reda,
Paola, Piero, Teresa, Floriana, Sergio, Benedetta, Paolo, Lucia, Cristina C.,
Giuseppe, Andrea, Linda. (citati in ordine di iscrizione al viaggio).
Linda, californiana,
da qualche anno viene a passare l’estate in Italia perché adora l’Italia.
Ricordo che al nostro primo incontro, per memorizzare i nomi di tutti ha
iniziato con: “Sergio, S come semplice”
e “Verena, V come vera”, ricominciamo:
“Sergio, S come semplice” e “Verena, V come vera”, “Lucia, L come libera” perché ha detto
che così le risultava facile ricordarli. Linda, con il suo svegliarsi alle 5.00
di mattina per fare yoga disturbando chi divideva la stanza con lei! E la
richiesta di mangiare cous cous
perché degli amici glielo avevano consigliato, e quando abbiamo organizzato la
cena a base di cous cous ci ha detto
che lei quella sera non ne aveva voglia. E se fossi a scrivere su WhatsApp qui
ci metterei delle faccine tristi. 😊
Arriva un altro
ricordo che si sovrappone a quello del nostro primo incontro; l’emozione che mi
assale è la stessa di allora, perché per le emozioni il tempo non esiste, un
ricordo ti fa vivere le emozioni con la stessa intensità con cui le hai vissuto
al tempo, fossero passati anche 30 anni le emozioni non cambiano, se hai
provato dolore torni a sentire dolore, sei ha provato gioia torni a sentire
gioia, e questi, per fortuna, sono ricordi gioiosi.
Mi vedo seduta accanto
a Sergio che sta guidando sull’autostrada, stiamo rientrando a Roma, il viaggio
è finito; ho creato, prima di partire, il gruppo WhatsApp "arancino o
cannolo", è comodo per comunicare informazioni veloci e avere una risposta
immediata. Quanto ha suonato il telefono per i messaggi arrivati! Ecco, suona
di nuovo, un altro WhatsApp, è di Debora. Lo visualizzo, Debora, con le
innumerevoli foto scattate con il cellulare durante il viaggio ha creato un
piccolo video che ha intitolato "Best
moments". I commenti partono immediatamente: "bello, sarà un bel ricordo" e
ancora: "e la tristezza sale".
E per usare un termine
utilizzato da Reda, ora mi prende il magone.
Seguo il flusso dei
miei ricordi e mi torna in mente il contenuto del WhatsApp inviato da Andrea il
giorno prima della partenza dicendo che era pronto, e allegando al messaggio
scritto la foto del suo bagaglio: uno zaino e la guida di viaggio; e subito
dopo un WhatsApp con la domanda di Benedetta, o forse era Cristina?
(perdonatemi questo non lo ricordo) di come avesse fatto a far entrare tutto in
uno zaino tanto piccolo e la risposta di Andrea “semplice, basta essere disorganizzati, non ho nulla di quello che la
coordinatrice ci ha consigliato di portare.”.
Vado a prendere l’hard disk esterno dove tengo
memorizzate tutte le foto e i video dei viaggi che ho fatto, apro la cartella
relativa al 2016, questo l’anno del viaggio, e cerco la cartella denominata
“Sicilia”, la apro, e davanti a me le foto e i video fatti durante il viaggio.
Vado a cercare il video che Debora ci inviò mentre rientravamo a Roma, lo
guardo: la prima immagine del video è una foto di gruppo, in verità non siamo
tutti, ma c’è Linda, che in altre foto di gruppo non ci sarà perché ha
preferito girare con i suoi tempi. Siamo al porto di Napoli, in attesa di
imbarcarci sul traghetto che ci porterà a Palermo. Ricordo che l’euforia era
alle stelle.
Ed ecco che torna in
mente, chiarissimo, il ricordo del primo giorno in terra sicula.
La notte in nave è passata
alla grande, Avventure ha prenotato delle comodissime cabine, siamo sbarcati a
Palermo, alla guida dei 2 pulmini che abbiamo raggiungiamo l’hotel dove ci
aspetta da ieri Giuseppe, partito un giorno prima di noi e che rientrerà a casa
un giorno prima per motivi lavorativi.
Gli abbiamo chiesto di
farci trovare un vassoio di cannoli siciliani, la cosa è nata così, scherzando,
e Giuseppe, da gran signore quale è, ha soddisfatto il nostro desiderio.
Siamo tutti un po’
stanchi, e la proprietaria dell’hotel ci prepara un graditissimo caffè che
beviamo gustando i cannoli. Ci organizziamo e usciamo alla scoperta di Palermo.
Meravigliosa! Piazza Quattro canti, il mercato Ballarò, la cattedrale, palazzo
dei Normanni, la cappella Palatina, quanto splendore, “un arancino non lo mangiamo?”, “che
ne dite di farci un altro caffè?” “Patrizia,
questa sera andiamo a cena a Mondello?” la giornata corre veloce, abbiamo
visto tantissimo e siamo andati anche a visitare la cattedrale di Monreale al
cui interno vi sono dei mosaici che lasciano a bocca aperta.
E la sera a cena tutti
insieme, un tavolo enorme, con 16 facce sorridenti, sì, 16, perché già da
quella prima sera Linda non era con noi.
A proposito della proprietaria
dell’hotel, come ho scritto siamo arrivati un po’ stanchi, io avevo comunque da
fare per organizzare la cassa comune e disbrigare la questione amministrativa
alla reception, gli altri si sono
seduti approfittando dei divani nel salottino, invitati anche a fare silenzio
perché essendo mattina presto gli ospiti dell’hotel dormivano. La proprietaria
a un certo punto mi si rivolge e mi dice: “certo
sei stata sfortunata con questo gruppo, sono tutti così tristi, gli altri che
sono venuti sì che erano allegri!” Devo dire che la signora non ci ha preso
per niente, è stato un gruppo super allegro. Non sempre la prima impressione è
quella giusta!
Il video prosegue, ecco una foto in cui siamo al mare….e mi viene in mente la telefonata di richiesta di informazioni che ho ricevuto da Andrea: “ciao, vorrei informazioni sul viaggio in Sicilia, faremo mare?” a questa domanda ho risposto in modo deciso che non desse spazio a incomprensioni, “il viaggio è un viaggio fondamentalmente di visita di città e siti archeologici, già è tanto se riusciamo a fare tre bagni al mare, se vuoi fare mare hai sbagliato viaggio” e Andrea mi ha salutato dicendomi che si sarebbe iscritto. E lo ha fatto!
Ricordo quel giorno al
mare, siamo a Monte Cofano, 45 minuti da Scopello. Siamo arrivati a Scopello da
Segesta, e per raggiungere la nostra meta abbiamo impostato il navigatore e il
navigatore ci chiede se vogliamo avere un itinerario con traghetto, il
traghetto? Ma che scrive ‘sto navigatore? Abbiamo provato a impostare di nuovo la
nostra destinazione, stesso risultato, fatta una rapida ricerca in rete scopriamo
che c’è un paese che si chiama Scopello in nord Italia. Quante cose si scoprono
viaggiando! Mi viene l’acquolina in bocca perché la tappa di Scopello è stata
una tappa per soddisfare il palato, eh sì, siamo arrivati fin qui per mangiare il
famosissimo pane cunzato, un pane casareccio riempito con formaggio, pomodoro,
acciughe ecc. che è buonissimo e dopo averlo mangiato e fatto un giretto siamo andati
al mare, una delle tre tappe al mare.
Sì, di mare ne abbiamo fatto poco, veramente tre bagni di numero, io e qualcun altro neanche quelli perché abbiamo preferito fare altro: alla riserva faunistica di Vendicari, mentre la parte giovanissima del gruppo era in acqua, abbiamo fatto una visita guidata all’interno di una parte dell’oasi stessa, che è stata veramente bella: la natura con il suo profumo, i fenicotteri, la tonnara.
L’Oasi Faunistica di Vendicari, istituita nel 1984 dalla Regione Siciliana è un luogo che a me è piaciuto molto: paesaggi mozzafiato, vegetazione fitta che si apre improvvisamente a un mare cristallino, a spiagge lunghissime e dorate, che in poche centinaia di metri diventano rocce a strapiombo su un mare profondo. Avevo letto sulla guida che la spiaggia di Vendicari è uno dei litorali più affascinati della Riserva, caratterizzata dalla presenza delle alghe Poseidonia che si trovano sia sulla spiaggia, quante!; e nei primi metri di fondale, formando una barriera di circa 5 metri e che superata tale barriera (assolutamente innocua) il mare diventa cristallino: acque verdi-azzurre con fondale sabbioso che rimane sempre poco profondo: ed è proprio questo paesaggio che ho visto! E la tonnara, un luogo incredibile, un affascinante sito di archeologia industriale che domina l’intero litorale, contornato dalle antiche case dei pescatori.
Sì, di mare ne abbiamo fatto poco, veramente tre bagni di numero, io e qualcun altro neanche quelli perché abbiamo preferito fare altro: alla riserva faunistica di Vendicari, mentre la parte giovanissima del gruppo era in acqua, abbiamo fatto una visita guidata all’interno di una parte dell’oasi stessa, che è stata veramente bella: la natura con il suo profumo, i fenicotteri, la tonnara.
L’Oasi Faunistica di Vendicari, istituita nel 1984 dalla Regione Siciliana è un luogo che a me è piaciuto molto: paesaggi mozzafiato, vegetazione fitta che si apre improvvisamente a un mare cristallino, a spiagge lunghissime e dorate, che in poche centinaia di metri diventano rocce a strapiombo su un mare profondo. Avevo letto sulla guida che la spiaggia di Vendicari è uno dei litorali più affascinati della Riserva, caratterizzata dalla presenza delle alghe Poseidonia che si trovano sia sulla spiaggia, quante!; e nei primi metri di fondale, formando una barriera di circa 5 metri e che superata tale barriera (assolutamente innocua) il mare diventa cristallino: acque verdi-azzurre con fondale sabbioso che rimane sempre poco profondo: ed è proprio questo paesaggio che ho visto! E la tonnara, un luogo incredibile, un affascinante sito di archeologia industriale che domina l’intero litorale, contornato dalle antiche case dei pescatori.
Di questa tonnara, detta anche Bafutu, ossia anticamente del Capo Bojuto, che fu una tonnara di ritorno, cioè una tonnara che pescava i tonni e gli sgombri che dopo la stagione degli amori ritornavano in mare aperto, si hanno notizie certe dal 1600, come riporta un cartello affisso alla struttura che accenna alle sue alterne vicende e informa che la pesca del tonno qui si è interrotta al tempo dello sbarco degli Alleati nel corso della seconda guerra mondiale; la tonnara ha un fascino particolarissimo, saranno i suoi ruderi, così imponenti che sembrano richiamare la classicità dei templi.
E poi in questa riserva Faunista trampolieri, aironi cinerini, cicogne, fenicotteri germano reale, gabbiani, cormorani e cavaliere d'Italia sostano qui nel loro viaggio dal deserto del Sahara ai luoghi di nidificazione nel nord Europa., e quando siamo stati noi era pieno di fenicotteri!
Mi viene in mente che neanche alla scala dei Turchi ho fatto il bagno, insieme a Cristina C., Lucia, Piero e Teresa ho preferito arrampicarmi su questa incredibile scultura naturale, accecante per il suo bianco. Ricordo che quando vidi per la prima volta una foto della scala dei Turchi pensai che doveva essere in qualche remota isola chissà dove nel mondo e invece è nella nostra Italia.
La Scala dei Turchi è
magnifica, semplicemente magnifica, è una parete rocciosa (falesia) che si erge
a picco sul mare lungo la costa di Realmonte, vicino a Porto Empedocle. Simile
a una bianca nave arenata, scolpita nei secoli da vento e piogge, la pietra
calcarea e bianca assomiglia ad ampi scaloni che dal mare salgono verso il
cielo. Per queste caratteristiche il luogo è tra i più suggestivi, surreale e
unico della Sicilia. La Scala è costituita di marna, una roccia sedimentaria di
natura calcarea e argillosa, avente un caratteristico colore bianco puro. Il
nome della Scala dei Turchi viene dalla sua naturale forma e dalle incursioni
di pirateria di cui fu teatro, da parte di popolazioni arabe chiamate
genericamente “turchi” che, secondo la leggenda ormeggiavano le loro navi nelle
acque della Scala che rappresentava un ottimo approdo meno battuta dai venti e
protetta dalla vigilanza costiera. Da lì si arrampicavano tra le insenature
della scogliera, ne raggiungevano la cima e saccheggiavano ogni bene dai
villaggi vicini. Si racconta che i turchi terminarono le loro incursioni nella
Scala, dopo essersi scontrati con la popolazione dell’attuale Porto Empedocle
dove questi ultimi ebbero la meglio. Da qui ebbe origine l’esclamazione
dialettale “Cu piglia un turcu è so“.
Oltre alla singolare
forma, il colore bianco, il paesaggio e il mare siciliano, la Scala dei Turchi
deve anche la sua popolarità ai romanzi di Andrea Camilleri con protagonista il
commissario Montalbano in cui tali luoghi vengono citati; per la cronaca vicino
è l’immaginario paese del commissario, Vigata dove per mancanza di tempo non
siamo riusciti ad andare.
Siamo invece andati
alla Chiesa, sì lo so miei cari compagni di viaggio cosa state pensando
leggendo questo racconto, lo so bene, abbiamo anche l’ashtag:
#ennesimachiesabucospaziotemporale, ecco, ho perso il filo, dicevo, no, scrivevo
che siamo andati alla Chiesa di Santa Maria delle Scale, a Ragusa Ibla, lungo
le cui scale è stata girata una scena di uno degli episodi del Commissario
Montalbano.
E vi ho anche scattato
una foto di gruppo, dove manca Linda che anche qui ha preferito andare in giro
per conto proprio. Ah, questi americani!
Altra immagine, anche
questa “artistica” lungo la scalinata tutta colorata di Ragusa che non ha nulla
da invidiare alla famosa scalinata Selarón di Rio de Janeiro; mi viene in mente
la magnifica accoglienza che ci hanno fatto i proprietari del B&B dove
alloggiavamo, che bello l’appartamento e il frigorifero pieno di tutto. Ricordo
che avevano anche un magnifico gatto rosso che girava per casa.
Come siamo stati bene!
Vado a vedere le altre
foto: il pesce di legno, tutto colorato che ha comprato Andrea a Giardini di
Naxos, dove, sul retro, abbiamo messo le nostre firme e un nostro pensiero.
Questo tour della Sicilia è stato un viaggio a tutti gli effetti, un viaggio intenso, con spostamenti quotidiani e mai a
dormire due notti di seguito nello stesso posto, ma quanto abbiamo visto in 7
giorni in Sicilia: Segesta, Scopello, Erice, le Saline di Trapani, Selinunte,
la Scala dei Turchi, Agrigento, la valle dei Templi, Piazza Armerina, Siracusa,
Catania, le Gole di Alcantara, Giardini di Naxos, Taormina e al rientro a Roma,
lungo la strada, abbiamo fatto una sosta a Reggio Calabria dove abbiamo visitato il Museo
Nazionale con le due celebri statue dette I bronzi di Riace. E le foto
“artistiche” con la scenografia preparata da Andrea non sono ovviamente
mancate!
Ci tengo a scrivere che come viaggiatrice e coordinatrice sono stata molto fortunata con questo gruppo perché quando il gruppo si è chiuso e ho iniziato a inviare le mail informative e ho rappresentato che sarebbe stato un valore aggiunto avere una guida almeno nei siti archeologici, tutto il gruppo ha aderito con entusiasmo alla mia richiesta, e anzi, durante il viaggio mi hanno anche chiesto di prenotare una visita guidata per Noto per la visita della quale non avevo prenotato nessuna guida. Quindi, un grazie di cuore, in ordine di iscrizione al viaggio, a:
Cristina M., Debora,
Verena, Reda, Paola, Piero, Teresa, Floriana, Sergio, Benedetta, Paolo, Lucia e
Cristina C., Giuseppe, Andrea, Linda.
FRASI CELEBRI DEL
VIAGGIO:
#eramenoimpegnativoilbotswana,
questa frase è nata dal fatto che siamo stati, come su scritto, sempre in
movimento, mai a dormire due notti di seguito nello stesso posto, in giro a
visitare la Sicilia sempre fino a tardi, come a Noto che alle 10.00 di sera
eravamo ancora a sentire le spiegazioni della guida.
#lasiciliasarebbebellasecifosseilmare,
eh sì, di mare, come evidenziato, ne è stato fatto poco, pochissimo, quasi
niente.
#ennesimachiesabucospaziotemporale, ah, questa è nata per il fatto che
in Sicilia ci sono tante chiese bellissime, e che fai, non le vuoi visitare?
#prestocheètardi, frase
mia con cui incitavo i miei compagni di viaggio a seguirmi per raggiungere la
tappa successiva.
#menocamminopiùmojito,
non ha bisogno di essere spiegata.
#abbipazienzasiamoungruppodifficile,
eravamo a Ragusa, i pulmini parcheggiati a un parcheggio a pagamento, strisce
blue, quindi con scadenza. Do
appuntamento a 10 minuti dalla scadenza della sosta pagata in modo tale che ci
scappasse un caffè e una sosta al bagno prima di partire per la tappa
successiva, ho ricordato che non c’era tempo di fermarsi seduti a mangiare, un
arancino al volo, un gelato e via…………e mentre io e qualcun altro ci avviamo,
arancino in mano verso il luogo dell’appuntamento, ti vedo qualcuno del gruppo
seduto al tavolo di un ristorante…mi avvicino e dico:”avete finito sì” e la
risposta è stata: “dobbiamo ancora cominciare, ma tranquilla arriviamo in
tempo”. Proseguiamo verso i pulmini, io sono perplessa, come possono arrivare
in tempo? Noi arriviamo ai pulmini , il tempo passa, non si vede nessuno, il
tempo di sosta è scaduto..e abbiamo anche tanta strada da fare per la prossima
tappa e poi non è mia intenzione prendere una multa, almeno non a tutti e due i
pulmini, quindi mando un WhatsApp a chi era a tavola e ha le chiavi di uno dei
due pulmini dicendo che io mi avvio con chi è all’appuntamento e che quando
avranno finito ci raggiungano, aggiungo che se dovesse arrivare la multa se la
pagano loro senza coinvolgere tutto il gruppo….sono veramente arrabbiata….ci
raggiungeranno dopo un bel po di tempo e tanti km fatti tanto che mi sono
chiesta: “ma quanto hanno corso”..per qualche ora ho tenuto il muso e dai qui l’ashtag
di cui sopra.
#nosignoranooooooo, se
state pensando che questo ashtag si riferisca alla canzone di Biagio Antonacci
“non vivo più senza te” vi sbagliate, questo ashtag nasce dalla mia risposta a
una signora del luogo che mentre eravamo all’interno di una Chiesa per
“l’ennesima” visita architettonica, ha detto a Debora che vi era un
interessante museo da visitare poco distante, ma nei nostri tempi di viaggio la
visita del museo non ci stava proprio e così ho detto alla signora la frase di
cui all’ashtag: “nosignoranooooooooooooooooo”.
#aprestoinsieme,
quando ci siamo salutati.
E #aprestoinsieme lo
abbiamo realizzato perché dopo un mese dal rientro ci siamo rivisti a Firenze,
ospiti delle meravigliose Lucia e Cristina C., ricordo l’arrivo di Reda a piazza
santa Maria Novella dove ci eravamo fermati a mangiare, Reda sempre pronto a
prenotare un volo da Londra, dove vive e lavora, per l’Italia per incontrarci!;
e poco prima del Natale 2016 Andrea e Benedetta sono andati a trovare Reda a
Londra; e ancora Floriana per
festeggiare il suo compleanno è stata ospite a casa di Cristina M.; e Cristina
M. e Floriana sono andate insieme a Vienna al concerto dei Gus, Benedetta e
Cristina M. sono state insieme a Copenaghen e a Stoccolma, con Cristina C. e
Lucia ci siamo trovate a Matera, per il
ponte dell’Immacolata nel 2016, Andrea per il ponte dell’Immacolata dell’anno
successivo (2017) ha organizzato un rendez
vouz a casa sua ad Aosta, Teresa, lo scorso anno a settembre (2018) ha invitato
tutti, ospitando coloro che si sono potuti muovere, a visitare le Cinque Terre, zona dove vive;
Floriana recentemente ha preso un treno per passare qualche giorno con me a
Roma, Reda e Andrea sono andati insieme a scoprire Cuba (2018), a ottobre 2019 reunion a Bologna e già opzionata la Pasqua 2020 da Andrea ad Aosta.
Questo il link del viaggio: Sicilia breve
Questo il link del viaggio: Sicilia breve
E se volete vedere il video delle foto ecco il link per vederlo Sicilia breve, il video
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