DI RITORNO DA UN BRASILE NATURA
Il Brasile,
la più estesa nazione del continente sudamericano, è famoso in particolare per
la sua tradizione calcistica e per i carnevali di Rio de Janeiro e di Salvador.
Chi non ha mai sognato un viaggio in Brasile?
E io, come
tanti l’ho sognato, ed ecco che si realizza! Il 22 agosto si parte. Il viaggio
che ho scelto però è diverso, non andrò a vedere il Cristo Redentore e non
andrò a crogiolarmi al sole alla spiaggia di Copacabana, ho scelto di
immergermi nella maestosità della natura brasiliana, lasciando a un altro
viaggio la visita dei c.d. must del Brasile.
Voglio un
po’ ripercorrere i passi di Amerigo Vespucci, primo europeo a distinguere
l'estuario del Rio delle Amazzoni, voglio navigare lungo questo fiume immenso,
mitico, voglio sentire il fragore delle acque delle famose cascate di Iguaçu sentendomi un po’ come Indiana Jones, voglio
rotolarmi dalla cima di una duna e ritrovarmi nelle chiare acque delle pozze
del Maranhão, voglio vivere
immersa nella natura della foresta amazzonica, voglio riuscire a fotografare il
giaguaro nel Pantanal.
La giornata è stata faticosa, e quasi tutti , arrivati a Cuiabà, si addormentano sul minivan che ci porta verso la Pousada che ci ospiterà per le prossime due notti.
Io leggo, voglio saperne di più sul Pantanal, cerco nel mio zainetto la torcia frontale, me la sistemo sulla testa, l’accendo, apro le guida che tengo sempre a portata di mano e inizio a leggere e così vengo a scoprire che il Pantanal deriva il suo nome dalla parola portoghese "pântano", che significa "palude", (ma va’, penso fra me e me, non ci avrei mai pensato) e si estende per circa 150.000 km quadrati. Per nove mesi all'anno (durante e per un certo tempo dopo la stagione delle piogge) viene sommersa per l'80% della sua superficie dalle acque. È considerato l'ecosistema con il maggior numero di specie di flora e fauna del mondo. È molto facile avvistare gli animali di questa regione: giaguari, caimani, capibara, formichieri giganti, anaconda e centinaia di specie diverse di uccelli. Wow, è scritto che è facile avvistare il giaguaro, speriamo bene! Continuo a leggere, ah, interessante anche questo: “Il WWF per le sue caratteristiche ha identificato il Pantanal come una delle ecoregioni del nostro pianeta, appartenente al bioma delle praterie e delle savane inondabili.” E ancora che nel 2000 il Pantanal è stato inserito nell'elenco delle riserve della biosfera e in quello dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Ci svegliamo prima delle 5.00 e con un pulmino andiamo in un buon punto panoramico per vedere l’alba. I colori sono spettacolari, facciamo due passi a piedi per godere di questo luogo meraviglioso. Alle 7.30 torniamo alla pousada per fare colazione e alle 8.00 ci muoviamo per una passeggiata nella foresta. La foresta è molto bella, ha una luce particolare. Siamo di ritorno alle 11.00, ci rilassiamo un po’: chi dipinge, chi chiacchiera, chi continua a scattare foto. Alle 12.00 pranziamo e relax fino alle 15.00 quando ripartiamo con il truck scoperto per un nuovo tour lungo la Transpantaneira. Vediamo tantissimi uccelli, pappagalli blue, falchi, una civetta, aironi, cicogne e…scendiamo vicino a degli alligatori per farci delle foto (brividi!!!!!!!!!!!!!!). Assistiamo a un magnifico tramonto. Alle 18.30 siamo di nuovo in pousada, il gestore gentilmente ci ha lasciato le camere a disposizione, così prima di cena possiamo farci una doccia. Dopo cena, saliamo sul pulmino dove l’autista ha già caricato i nostri bagagli. In tre ore e mezza siamo in aeroporto, salutiamo la nostra guida, Alessandro, che è stato con noi questi due giorni (sempre disponibile, pronto a darci qualsiasi spiegazione) ci mettiamo in attesa del volo per raggiungere la nostra prossima tappa: l’Amazzonia.
In verità i voli sono due: da Cuiabà a Brasilia e da Brasila a Manaus. L’ho detto che ho preso tanti aerei in questo viaggio!
E’ il 31
agosto, ci svegliamo chi prima chi dopo, ma alle 7:00 siamo tutti in piedi. Il tempo è coperto. Verso le 8:30 facciamo
colazione: uova sode, caffè, latte in polvere, pan carré, crackers. Facciamo un
giro per il villaggio, vediamo dove preparano la manioca. Scattiamo tante foto,
soprattutto ai bambini molto curiosi nei nostri confronti. Facciamo una
passeggiata e raggiungiamo un altro piccolo villaggio, è domenica, sono tutti
in casa, si affacciano per primi i bambini. C’è un ragazzo down meraviglioso
che riesce a farci capire, a gesti, esattamente quello che vuole, fare delle
foto con le nostre macchine fotografiche. Chiara gli dà la sua, e il ragazzo ci
scatta delle foto bellissime.
Questo viaggio è un viaggio impegnativo: visita i 4 spot naturalistici del Brasile e considerata la vastità del Brasile, gli spostamenti fra un posto e l’altro avvengono con un volo. Non ricordo quanti aerei ho preso in questo viaggio. Meno male che mi piace volare.
Siamo un gruppo di 12, tutti super motivati. Il 22 agosto ci incontriamo a Milano dove facciamo conoscenza seduti al bar dell’aeroporto con davanti un aperitivo.
Umberto, Andrea, Chiara, Rita, Giuseppe, Serenella, Alessandra, Alberto, Lia, Rudi, Nicola, nomi che al momento non riesco a ricordare, ma che in poco tempo mi saranno familiari, persone che in poco tempo mi sembrerà di conoscere da sempre.
Arriva l’ora del check in, andiamo verso il banco della compagnia aerea che ci porterà in Brasile carichi di energia. Il giorno dopo arriviamo a Sao Paulo alle 5:45 del mattino e dovremo aspettare le 10:30 per il volo per Iguaçu comunque il tempo ci passa velocemente, anche se un po’ assonnati siamo ancora molto entusiasti.
Una nota romantica: il nome Iguaçu viene dalle parole guaraní (acque) e guasu (grandi). Una leggenda guaraní dice che un dio pretendeva di sposare una bellissima ragazza chiamata Naipú, che però scappò con il suo amante mortale Caroba in canoa. Arrabbiato, il dio modificò il fiume creando le cascate, nelle quali Naipù cadde trasformandosi in roccia, mentre Caroba si trasformò in albero. Si narra che da questa posizione i due amanti continuino ad osservarsi.
Sto divagando, veniamo a noi, e alla nostra Grande Avventura alla quale abbiamo tutti partecipato; in che consiste? Si sale su un enorme gommone che ci ha portato molto vicino a una enorme cascata!!! Il fragore è stato incredibile per non dire la quantità di acqua che si alza dalla cascata stessa e che ci ha completamente bagnati, ma che meraviglia!
E finalmente eccoci a Foz de Iguaçu. La nostra prima giornata in Brasile trascorre disbrigando le pratiche amministrative che ogni viaggio comporta: nominare il cassiere, cambiare i soldi, insomma organizzarci. E dato il lungo viaggio affrontato anche riposandoci, domani ci aspetta una giornata impegnativa. La pousada dove alloggiamo è molto carina, ha anche uno spazio esterno con piscina, perfetta per rilassarci.
Il 24 agosto con il nostro minibus preso in affitto per la giornata andiamo a vedere il lato argentino delle cascate e abbiamo già deciso tutti di affrontare quella che qui chiamano la Grande Avventura, che si rivelerà una bellissima esperienza, se potete fatela.
Le cascate che stiamo per andare a vedere, sono condivise dal Parco nazionale dell'Iguazú (Argentina) e dal Parco nazionale dell'Iguaçu (Brasile), ed entrambi i parchi sono stati designati dall'UNESCO patrimonio dell'umanità nel 1984 e 1986 rispettivamente. Ah, e poi le cascate di Iguaçu sono una delle sette meraviglie del mondo.Una nota romantica: il nome Iguaçu viene dalle parole guaraní (acque) e guasu (grandi). Una leggenda guaraní dice che un dio pretendeva di sposare una bellissima ragazza chiamata Naipú, che però scappò con il suo amante mortale Caroba in canoa. Arrabbiato, il dio modificò il fiume creando le cascate, nelle quali Naipù cadde trasformandosi in roccia, mentre Caroba si trasformò in albero. Si narra che da questa posizione i due amanti continuino ad osservarsi.
Sto divagando, veniamo a noi, e alla nostra Grande Avventura alla quale abbiamo tutti partecipato; in che consiste? Si sale su un enorme gommone che ci ha portato molto vicino a una enorme cascata!!! Il fragore è stato incredibile per non dire la quantità di acqua che si alza dalla cascata stessa e che ci ha completamente bagnati, ma che meraviglia!
Naturalmente prima di questo giro in gommone abbiamo visitato il Parco andando ad ammirare ogni singola cascata, non è possibile descriverne l’immensità, posso solo ricordare che il sistema consiste di ben 275 cascate, con altezze fino a 70 metri e che nel lato argentino la cascata più famosa è la Garganta del Diablo, la "Gola del diavolo", una gola a forma di U profonda 150 metri e lunga 700 metri; è veramente la più imponente, e sinceramente ci si sente piccoli piccoli di fronte a essa.
Questa nostra prima giornata già così bella si concluderà con una buonissima cena e con i festeggiamenti per il compleanno di Nicola con tanto di festone di auguri, palloncini e torta al cioccolato.
E siamo già al 4° giorno di viaggio. Oggi, dopo aver visitato il lato brasiliano delle cascate andremo in aeroporto per spostarci nel Pantanal.
Il lato brasiliano delle cascate è meno spettacolare rispetto a quello argentino, in ogni caso bello e vale assolutamente la pena visitarlo.
In entrambi i parchi, passeggiando lungo le passerelle, si è immersi nella natura, circondati da farfalle, tucani, scimmie, e arcobaleni creati dai raggi del sole che passano attraverso gli spruzzi dell’acqua delle cascate. Un vero spettacolo!
Quest’oggi, a differenza di ieri, ci muoviamo con gli autobus locali, anche queste sono esperienze da fare in viaggio!
Oggi il tempo è un po’ coperto, ma quello che vediamo rende la giornata luminosa. Finita la nostra passeggiata ritorniamo in pousada, prendiamo i bagagli e con dei taxi andiamo in aeroporto per il nostro volo che ci porterà a Cuiabà, da dove, con un minibus andremo nel Pantanal.
La giornata è stata faticosa, e quasi tutti , arrivati a Cuiabà, si addormentano sul minivan che ci porta verso la Pousada che ci ospiterà per le prossime due notti.
Io leggo, voglio saperne di più sul Pantanal, cerco nel mio zainetto la torcia frontale, me la sistemo sulla testa, l’accendo, apro le guida che tengo sempre a portata di mano e inizio a leggere e così vengo a scoprire che il Pantanal deriva il suo nome dalla parola portoghese "pântano", che significa "palude", (ma va’, penso fra me e me, non ci avrei mai pensato) e si estende per circa 150.000 km quadrati. Per nove mesi all'anno (durante e per un certo tempo dopo la stagione delle piogge) viene sommersa per l'80% della sua superficie dalle acque. È considerato l'ecosistema con il maggior numero di specie di flora e fauna del mondo. È molto facile avvistare gli animali di questa regione: giaguari, caimani, capibara, formichieri giganti, anaconda e centinaia di specie diverse di uccelli. Wow, è scritto che è facile avvistare il giaguaro, speriamo bene! Continuo a leggere, ah, interessante anche questo: “Il WWF per le sue caratteristiche ha identificato il Pantanal come una delle ecoregioni del nostro pianeta, appartenente al bioma delle praterie e delle savane inondabili.” E ancora che nel 2000 il Pantanal è stato inserito nell'elenco delle riserve della biosfera e in quello dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Mi si chiudono gli occhi, fuori è notte fonda, il minivan prosegue fra uno scossone e l’altro lungo la Transpantaneira, peccato sia notte e che non si veda il paesaggio…mi sa che mi sto addormentando……sogno un giaguaro.
Dopo 4 ore di bus arriviamo alla nostra pousada, ci danno le chiavi delle stanze e andiamo a continuare il nostro sonno su un letto; dormiremo comunque poche ore perché in mattinata, sì, siamo già al 26 agosto, è prevista una escursione in barca di 8 ore alla ricerca del giaguaro.
Ci vediamo a colazione alle 6:30, come facciamo a tenere gli occhi aperti?
Dopo 4 ore di bus arriviamo alla nostra pousada, ci danno le chiavi delle stanze e andiamo a continuare il nostro sonno su un letto; dormiremo comunque poche ore perché in mattinata, sì, siamo già al 26 agosto, è prevista una escursione in barca di 8 ore alla ricerca del giaguaro.
Ci vediamo a colazione alle 6:30, come facciamo a tenere gli occhi aperti?
La giornata vissuta oggi ci ripaga di tutta la fatica del viaggio per arrivare fino a qui. Il tempo è splendido, con un truck arriviamo al punto di partenza delle barche per navigare uno dei tanti corsi d’acqua di questa zona. Quello che abbiamo visto lungo la strada è già stato molto bello, aironi, pappagalli coloratissimi, capibara che ci hanno attraversato la strada, non ci resta che andare a cercare il giaguaro. Ci dividiamo su due imbarcazioni e cominciamo a solcare le acque di un fiume, ogni tanto nell’acqua si intravede un movimento, un pesce che nuota o un alligatore? Il nostro “barcaiolo” ci rassicura, sono pesci, state tranquilli; percorriamo per un po’ questo corso d’acqua, tutti ci guardiamo intorno verso la riva, per vedere se abbiamo la fortuna di incontrare il giaguaro. A un certo punto il nostro barcaiolo rallenta, si volta verso la seconda barca e fa un cenno. Cala il silenzio fra noi e con gli occhi guardiamo ora il nostro barcaiolo ora l’altro, che fanno? Hanno visto qualcosa? Ci fanno cenno di fare silenzio mentre si avvicinano verso una delle due rive, scrutiamo tutti la foresta davanti a noi, non scorgiamo nulla, quando ecco, sì, mi sembra di vedere qualcosa che si muove, e …vi è un tratto un poco più aperto, è un muso quello? Sì! Lo è. E’ il muso del giaguaro.
Siamo tutti felicissimi, ma vogliamo vederlo, non intravederlo. I nostri barcaioli se seguono i passi, le nostre barche continuano a scivolare sull’acqua e ecco che il giaguaro esce dalla foresta per avvicinarsi al fiume a bere. Click click click, le nostre macchine fotografiche cominciano a parlare. Il giaguaro sarà molto generoso con noi perché si mostrerà per parecchio tempo, camminando lungo le sponde del fiume, fino a quando non andrà a cercare un po’ di ombra e si adagerà sotto un enorme albero, ma sempre in piena vista per noi. Siamo tutti estasiati…..l’incanto si interrompe quando Umberto mi tocca la spalla per attirare la mia attenzione mentre mi dice: Patrizia guarda Peppe (Giuseppe), mi giro verso l’altra barca e vedo che Peppe, tutto vestito di bianco, con un panama in testa, sta scendendo dalla barca, ha già messo un piede fuori, per andare dove???????????? Il barcaiolo della barca dove sta Peppe si precipita dalla poppa, dove è seduto, verso la prua, dove era seduto Peppe e da dove sta scendendo e lo afferra per il colletto della camicia per farlo risalire. Restiamo esterrefatti, che pensava di fare? “Andare a fotografare il giaguaro da vicino” ci dirà dopo.
Si è fatta ormai ora di pranzo, la pousada ci ha dato un luch box e i nostri barcaioli ci portano in una zona dove poter scendere dalla barca e consumare il nostro pranzo.
Nel pomeriggio il giro prosegue, ancora tanti tanti animali magnifici avvistati. Rientriamo in pousada poco prima del tramonto, siamo felici, sì, molto felici, ma anche stanchi e decidiamo di riposarci un poco prima di cena; questa sera comunque tutti a letto prestissimo.
Ci svegliamo prima delle 5.00 e con un pulmino andiamo in un buon punto panoramico per vedere l’alba. I colori sono spettacolari, facciamo due passi a piedi per godere di questo luogo meraviglioso. Alle 7.30 torniamo alla pousada per fare colazione e alle 8.00 ci muoviamo per una passeggiata nella foresta. La foresta è molto bella, ha una luce particolare. Siamo di ritorno alle 11.00, ci rilassiamo un po’: chi dipinge, chi chiacchiera, chi continua a scattare foto. Alle 12.00 pranziamo e relax fino alle 15.00 quando ripartiamo con il truck scoperto per un nuovo tour lungo la Transpantaneira. Vediamo tantissimi uccelli, pappagalli blue, falchi, una civetta, aironi, cicogne e…scendiamo vicino a degli alligatori per farci delle foto (brividi!!!!!!!!!!!!!!). Assistiamo a un magnifico tramonto. Alle 18.30 siamo di nuovo in pousada, il gestore gentilmente ci ha lasciato le camere a disposizione, così prima di cena possiamo farci una doccia. Dopo cena, saliamo sul pulmino dove l’autista ha già caricato i nostri bagagli. In tre ore e mezza siamo in aeroporto, salutiamo la nostra guida, Alessandro, che è stato con noi questi due giorni (sempre disponibile, pronto a darci qualsiasi spiegazione) ci mettiamo in attesa del volo per raggiungere la nostra prossima tappa: l’Amazzonia.
In verità i voli sono due: da Cuiabà a Brasilia e da Brasila a Manaus. L’ho detto che ho preso tanti aerei in questo viaggio!
Manaus, capitale del grande stato di Amazonas, sorge sulle rive del Rio Negro, ed è uno dei principali punti di partenza per raggiungere la vicina Foresta Amazzonica.
Non vi è molto da vedere a Manaus, il Teatro Amazonas, un teatro dell'opera in stile europeo riccamente decorato, il quartiere esclusivo di Ponta Negra che è famoso per i locali notturni e l’intrattenimento e Praia da Lua che offre una spiaggia di sabbia bianca con venditori ambulanti di birra e pesce.
Arriviamo a Manaus alle 11:50; fuori dell’aeroporto trovo il minivan prenotato, andiamo in albergo, ci diamo una rinfrescata e nel pomeriggio facciamo un giro della città visitando anche il famoso Teatro Amazonas. Una mezza giornata un poco più tranquilla ci sta.
29 agosto: Amazzonia arrivamo! E anche oggi giornata impegnativa.
Alle 8.00 siamo tutti fuori dell’hotel, il pulmino è arrivato, il tempo di caricare i bagagli e partiamo per il Porto di Ceasa che raggiungiamo in 15 minuti. Scaricati i bagagli e ricaricati su una barca da turismo, ci muoviamo con questa e arriviamo a vedere quel fenomeno che viene chiamato “encontro das aguas,” dove le calde e scure acque del Rio Negro si riversano in quelle fresche e lattee del Rio Solimoes, ma data la differenza delle temperature, della velocità e della densità (il rio Solimones trasporta otto volte i sedimenti del rio Negro) i fiumi non si mescolano, ma proseguono il loro corso fianco a fianco per diversi chilometri. Incredibile, ma vero. Scattiamo delle foto e proseguiamo la navigazione fino ad arrivare sull’altro lato del fiume, al villaggio di Careiro da dove partiamo con due minivan per un altro approdo dove con due barche arriveremo in Amazzonia e alla pousada che ci ospiterà. La pousada è sulle rive del fiume, e le varie stanze, costruite in legno, sono in un giardino. L’acqua del fiume è invitante, decidiamo di fare un bagno prima di pranzo. Ricordo ancora che Alessandra, in acqua disse: “questo è il paradiso”. Dopo pranzo, usciamo per il primo giro in barca alla scoperta dell’Amazzonia.
I giorni passati qui sono stati, anch’essi molto piacevoli. L’Amazzonia che ho visto qui è un’Amazzonia diversa rispetto a quella che ho visto in Ecuador e in Perù in altri viaggi, è un’Amazzonia allagata che si percorre soprattutto in barca, magnifico il silenzio che ti circonda, riesci a sentire il rumore delle fronde degli alberi, a sentire il rumore del remo che fende le acque. E l’acqua, essendo questo un periodo pieno di sole, giorno per giorno si ritira e sui tronchi degli alberi si può vedere il segno lasciato dall’acqua.
Abbiamo fatto anche una passeggiata nella foresta, una bellissima passeggiata con tanto di pic nic organizzato dalla nostra guida.
Un viaggio secondo me non è tale se non ci porta anche a contatto con le persone che vivono il Paese che si visita e così per il 31 agosto, nostro 10° giorno di viaggio, con i miei compagni di viaggio abbiamo deciso di andare a visitare un villaggio locale, per un cambio di programma anticipiamo la visita al pomeriggio del 30 agosto. Il programma per il 30 agosto era passare tutto il pomeriggio nella foresta, cenare nella foresta e dormire nella foresta con le amache. Purtroppo un violento acquazzone ci ha colto mentre eravamo in barca per arrivare nel punto della foresta dove ci saremmo fermati per la notte, ma non ci siamo persi d’animo e abbiamo fatto un rapido cambio di programma, anticipando la visita alle famiglie locali (prevista per domani mattina) e chiedendo loro ospitalità per la notte.
Il villaggio in realtà è costituito da due sole case in legno tipo palafitta, si accede alla casa quindi da una scaletta in legno, una grande stanza con un tavolo e la cucina dove la famiglia sta durante il giorno e due grandissime camere con tante amache appese.
Fuori animali da cortile e cagnolini. La famiglia ricorda quello che erano le nostre famiglie nel secolo scorso quando vivevano insieme tre generazioni: i nonni, i genitori e i bambini. Veniamo accolti come amici; i bimbi sono felicissimi di vedere visi diversi e ci invitano a giocare con loro. Diamo il mangiare che avevamo in barca per la nostra cena (pollo, uova, riso) nella foresta alla signora che ci sembra quella che tenga le redini della casa…e ci cucinerà un’ottima cena.
E’ il momento di andare a dormire…..qualche compagno di viaggio “vacilla”: “davvero dormiamo qui nella loro in amaca? In 15 in una stanza?”, ma ormai il dado è tratto, eh, sì, dormiremo qui.
Torniamo
indietro, alle 10:20, caricati gli zaini in barca, ci avviamo verso un punto
dove possiamo camminare nella foresta; arriviamo al punto di approdo in 20
minuti, quindi facciamo due ore di camminata. Marcelo, che è stato una delle
nostre guide qui in Amazzonia, è rimasto a cucinare il pranzo per quando
rientreremo e nella passeggiata ci accompagna il figlio del proprietario della pousada
che è con noi sin da ieri. Tornati indietro troviamo il pranzo pronto, Marcelo
ha organizzato un barbeque! Finito di mangiare andiamo verso la barca per fare un
giro nella foresta allagata che raggiungiamo in pochi minuti. Pagaiamo in
silenzio, il paesaggio è surreale. Navighiamo lentamente, stiamo tutti in
silenzio affascinanti da ciò che ci circonda. Rientriamo in pousada che il sole
sta tramontando: una immensa palla rossa.
Domani
torniamo a Manaus e da lì prenderemo una nave che navigando sul mitico rio
delle Amazzoni ci porterà a Santarem.11° giorno di viaggio; mannaggia come passa veloce il tempo!
Ci vediamo presto a colazione, la nostra barca da Manaus parte alle 12:00 e prima dobbiamo anche comprare qualcosa da bere e da mangiare, seppur sulla nave sappiamo esserci un bar e una cucina che prepara e vende i pasti, ma magari avere qualcosa in più visto che la navigazione durerà 30 ore non è male.
Ripercorriamo in senso inverso il percorso fatto per arrivare qui, arrivati a Manaus andiamo a ritirare i nostri biglietti di imbarco che avevo prenotato dall’Italia, e quindi ci avviamo alla nave per trovare un posto dove passare le prossime trenta ore. Per salire occorre mostrare il biglietto e il passaporto, quindi ti viene messo un braccialetto, tipo villaggio turistico, in modo tale che si possa scendere in attesa della partenza della nave. Compriamo le amache e riusciamo a sistemarci tutti vicini. Fatto questo andiamo a comprare i viveri e quindi ci fermiamo a pranzare ai banchetti che sono lungo il molo.
Alle 12:00 in punto la nave salpa. E’ una nave enorme a più piani, tantissima gente del posto, intere famiglie anche con bambini piccoli. Le amache che hanno le persone del luogo sono personalizzate, lungo il bordo merletti fatti all’uncinetto e qualcuna ha anche il nome del proprietario ricamato sopra. Le trovo fantastiche!
Ci rilassiamo tutti sulle amache, Giuseppe, che stamane non si sente bene, ha preso una cabina e sta riposando. Il paesaggio che scorre davanti a noi è bellissimo.
Alberto sta controllando le fotografie che ha fatto fino a oggi, scartando quelle che sono venute male, tenendo quelle per le quali è in dubbio perché vuole controllarle su un monitor grande prima di decidere, Rita ha trovato una sedia e si è messa a disegnare con i suoi acquarelli che, da ciò che mi ha detto, porta in tutti i viaggi; Lia e Umberto leggono; Serenella, Alessandra, Andrea, Chiara, Rudi e Nicola dopo essersi riposati sono saliti all’ultimo piano della nave, sul ponte, dove vi è la possibilità di stare a prendere il sole distesi sul pavimento. Io ne approfitto per leggere qualche informazione sul rio della Amazzoni e sul Maranhão.
Prendo la mia fedele amica di ogni mio viaggio, la guida del Paese che sto visitando, e se mi è arrivato prima della partenza anche il Quaderno di viaggio di Avventure nel Mondo e inizio a leggere e così vengo a sapere che il rio della Amazzoni è stato così battezzato da Francisco de Orellana: “in quello che fu uno dei più affascinanti viaggi che la storia conosca, Orellana percorse, navigando, l'intero Rio delle Amazzoni, arrivando al suo estuario nell'agosto del 1542; Orellana diede nome al fiume Rio delle Amazzoni (in spagnolo Rio Amazonas) in quanto, lungo esso, fu attaccato da un gruppo di donne indigene combattenti, che lo fecero pensare alle Amazzoni della mitologia greca.”
Raggiungo poi gli amici che sono sul ponte della nave, faccio un po’ di chiacchiere e poi vado a vedere come se la passa Giuseppe che mi dice di stare meglio, ma che non ha voglia di mangiare.
La giornata è trascorsa in modo piacevole, è arrivata l’ora di cena e ci mettiamo in fila per acquistare la nostra cena che sarà a base di riso, pollo e verdure.
La notte in amaca passa tranquilla.
Ci svegliamo più o meno tutti verso le 7:00, abbiamo ancora molte ore da trascorre in nave, l’arrivo a Santarem è previsto per le 18:00. Il tempo è splendido. Facciamo colazione con il ciambellone e il succo di frutta che abbiamo comprato ieri al mercato e io vado anche a prendermi un caffè, quindi la maggior parte di noi si infila il costume e sale sul ponte della nave a prendere il sole, chiacchierare, leggere, godere del paesaggio.
Prima di salire anche io sul ponte vado da Giuseppe, busso alla cabina, mi dice di essere sveglio, e che sta scendendo da noi, lo aspetto. Gli abbiamo lasciato del ciambellone e del succo di frutta, mi assicuro che mangi (se no qui si mette male!), quindi raggiungo gli altri sul ponte della nave.
Trovo Nicola e Chiara che fanno esercizi ginnici, Serenella e Rudi che fanno chiacchiere e Alessandra immersa nella lettura. Io mi affaccio alla balaustra bianca del ponte della nave e guardo il paesaggio che scorre. Questo fiume è veramente grande, ogni tanto si vedono, su una delle rive, una o due case, sono di legno, a un piano solo, quindi per una sola famiglia, credo, colorate, e si vedono barche che navigano lungo il fiume portando le loro p
Alle 13:20 presso la cittadina di Obidos, dove attracca la nave, sale a bordo la Polizia federale e ci chiede i passaporti e il foglio di immigrazione per un controllo; Nicola non trova il foglio di immigrazione.............e la polizia che sta lì. Finalmente questo foglio salta fuori. Chiedo i motivi del controllo e mi dicono che è dovuto al problema del narco traffico (sembriamo dei narco trafficanti???????????) La nave arriva in orario a Santarem, prendiamo dei taxi, andiamo nell’hotel prenotato quando eravamo a Foz do Iguaçu attraverso booking.com, rapida doccia e andiamo a cena, sempre in taxi in quanto vicino l’albergo non c’è niente. Domani mattina abbiamo il volo presto e quindi dopo un’ottima cena tutti a letto. Giuseppe non esce, gli portiamo qualcosa da mangiare al rientro.
Per me
passare 30 ore a bordo di una nave che naviga lungo il mitico rio delle
Amazzoni è stata un’esperienza bellissima per il contatto che ho potuto avere
con le persone. E’ a tutti gli effetti una nave passeggeri molto usata dalla
popolazione locale. Il momento del viaggio che non scorderò mai è stato quando
un ragazzo brasiliano seduto sulla sua amaca ha preso la chitarra e ha iniziato
a suonare e a cantare. Aveva una voce magnifica.
Sveglia
prestissimo e 13° giorno di viaggio, ancora un volo che ci porterà a São Luís.
Ieri sera
avevo fatto prenotare dagli addetti alla reception i taxi per andare in
aeroporto. L’appuntamento con il gruppo è alle 5:00 nella hall, i taxi sono già
arrivati. Caricati i bagagli saliamo sui taxi e in 15 minuti siamo in aeroporto
dove andiamo subito a fare il check in e poi subito dopo a fare colazione,
passiamo quindi il controllo e ci mettiamo in fila per imbarcarci. Fuori piove,
dobbiamo raggiungere l’aeromobile a piedi, ma la TAM, la compagnia con cui
voliamo, ci dà degli ombrelli rossi con cui ripararci.Arriviamo in orario a São Luís; usciti dall’aeroporto della città, dove troviamo un tempo splendido, prendiamo 3 taxi per andare alla pousada “Porta de Amazonia” che è strepitosa! Dopo una doccia che ci rimette al mondo facciamo facciamo tutti insieme un giretto per la città, andiamo a mangiare qualcosa insieme e poi ci dividiamo, dandoci appuntamento per cena nella hall dell’hotel.
São Luís, è
una cittadina veramente affascinante: si sviluppa su un'isola molto
frastagliata, inserita in una vasta laguna e separata dalla terraferma da un
sottile braccio di mare, superato da un ponte
Ha più
di 3.500 edifici storici del XVIII e XIX
secolo, rivestiti dalle caratteristiche piastrelle in maiolica (azulejos) che
le sono valsi il riconoscimento di Patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO.L’unica nota dolens di questi magnifici giorni è che Giuseppe invece continua a stare male, anche questa sera non viene a cena con noi, ma al ristorante ordiniamo qualcosa per lui che gli porto in camera mentre aspetto la mia ordinazione.
Dopo cena prendiamo dei taxi e andiamo in un bar sulla spiaggia con musica dal vivo. Passeremo una serata bellissima. Domani ci sposteremo nel Maranhão. Arrivata in camera, prima di addormentarmi prendo la mia fidata amica, la guida, e leggo qualche informazione sul posto dove saremo domani.
“Il Parco nazionale dei Lençóis Maranhenses è un'area naturale protetta del Brasile, che si estende per 155 000 ettari. Si trova nel nordest dello Stato del Maranhão. Il parco comprende dune, fiumi, specchi d'acqua e mangrovie.
La parte più caratteristica del parco è un'area di 270 km² (i Lençóis propriamente detti) coperta da dune di sabbia bianca, che cambiano la loro disposizione a seconda delle combinazioni dei venti.
Questo raro fenomeno geologico si è formato, durante anni, grazie all'azione dei venti e degli altri agenti naturali.
I suoi paesaggi sono quelli che caratterizzano un deserto: immensità di sabbia e scarsità di vegetazione. Ma i Lençóis Maranhenses hanno caratteristiche differenti da quelle desertiche. In realtà, nella regione, che è bagnata da fiumi, piove. Sono le piogge che garantiscono ai Lençóis una caratteristica unica: l'acqua pluviale forma, tra le dune sabbiose, numerosissimi specchi d'acqua dolce.
Essi si trovano in praticamente tutta l'area del Parco, formando un paesaggio molto caratteristico. Alcuni di questi stagni, come la Lagoa Azul e la Lagoa Bonita, sono ricercate dai turisti per la bellezza delle acque e per le condizioni di balneabilità. I villaggi di Caburé, Atins e Mandacaru sono i più importanti punti turistici della zona.
Le spiagge di Ponta do Mangue, Moitas, Vassouras, Morro do Boi e Barra do Tatu sono alcune delle spiagge più rinomate che esistono a Barreirinhas. Si raggiungono tutte in barca partendo dalla cittadina.
Per proteggere questi 155 000 ettari che conservano un ecosistema tanto particolare, fu creato, nel 1981, il Parque Nacional dos Lençóis Maranhenses.
L'ingresso alla riserva naturale è infatti vietato ai veicoli a motore e con l'istituzione del parco sono cessati i progetti di sfruttamento petrolifero della regione
Il Parque Nacional dos Lençóis Maranhenses si chiama così perché, viste da un aeroplano in volo, le dune, con la loro sabbia chiara, sembrano delle lenzuola (in portoghese Lençóis) stese ad asciugare al sole. “ Finito di leggere mi addormento e questa volta non sogno il giaguaro, ma di rotolarmi da una duna per ritrovarmi poi in acqua. E lo farò, anzi, lo faremo poi veramente tutti.
Ci siamo
dati appuntamento per colazione alle 7:00, questa mattina quando mi sono
alzata, affacciandomi alla finestra ho visto che il cielo è coperto. Eh no,
mica può essere tempo brutto! Il trasferimento alla nostra destinazione viene
fatto con un comodo pulmino, Ci vogliono ben 4 ore per arrivare a destinazione,
ma ne è valsa la pena. Anche la pousada dove soggiorneremo questa notte è molto
bella. Ci sistemiamo nelle nostre stanze dopo avere ordinato in cucina dei
sandwich per pranzo, e subito dopo pranzo partiamo con due camioncini per il
tour nel Maranhão; in pochi minuti arriviamo al punto in cui i camioncini
vengono messi su una chiatta per attraversare il fiume; siamo all’ingresso del
Parco, il tempo è splendido, le nuvole di questa mattina che tanto mi avevano
preoccupata se ne sono andate. In 5 minuti raggiungiamo l’altra sponda del rio.
Risaliamo sui camioncini e dopo un tratto percorso sulla sabbia ci fermiamo.
Abbiamo una guida, che ci accompagna attraverso queste meravigliose dune, siamo
emozionatissimi, il paesaggio è strepitoso. Abbiamo tutti indossato il costume
prima di muoverci; è il momento di usarlo: saliamo sulla cresta di una duna e
ci rotoliamo giù nell’enorme laguna cristallina! Scattiamo foto, ci godiamo la
giornata e la vita! Passeggeremo in questo magnifico paesaggio accompagnati
dalla nostra guida che ci porta a vedere le lagune più belle e aspettiamo il
tramonto.
Oggi è
l’anniversario di matrimonio di Alberto e Lia, quindi ci facciamo consigliare
un bel ristorante dove andare a cena, e ci consigliano quello giusto, in un bel
giardino, con musica dal vivo, ma soft, da cena al chiaro di luna. Staremo
benissimo.
Un nuovo
giorno, è il 5 settembre, un nuovo giorno con tantissime cose da fare e da
vedere. E per le prossime due notti un’altra pousada in quanto ci stiamo
spostando ad Athins, questa pousada che risulterà essere bellissima: immersa
nel verde, tanti bungalows colorati con patio e con l’amaca, e in fondo al
giardino la piscina che ci ospiterà questa sera per un aperitivo in acqua.
Veniamo alla
nostra giornata: ci muoviamo alle 8:30
per il tour lungo il Rio Preguicas, un tour veramente bello, ma il momento in
cui ci siamo divertiti di più è quando siamo arrivati alla spiaggia di Caburé e abbiamo preso in affitto i quad. Che
spasso!
Arriviamo ad
Athins alle 14:30, prendiamo possesso delle camere, e mentre gli altri vanno a
farsi una doccia organizzo l’escursione per andare a vedere gli ibis rossi.
Verrà fatta verso il tramonto, quindi abbiamo tutto il tempo per rilassarci e
fare chiacchiere.
Per la sera
abbiamo deciso di cenare in Pousada e ordiniamo la cena nel momento in cui
prenoto il tour per andare a vedere gli ibis rossi, in modo che si possano
organizzare.
Mi informo
anche per la gita a cavallo di domani mattina. Si può fare.
Tutto
prosegue per il meglio, ormai anche Giuseppe sta bene, certo non verrà a
cavallo con noi domani, ma gli ho organizzato un altro tour.
Il tour per
vedere gli ibis rossi sarà molto piacevole e rientrati in pousada, a
conclusione di questo magnifico pomeriggio, ci facciamo portare l’aperitivo in
piscina, quindi, dopo essere passati in camera ad asciugarci ci vediamo per
cena.
Dopo cena
salutiamo Serenella e Alessandra che domani mattina si alzeranno all’alba per
il rientro in Italia, eh sì, perché questo viaggio anziché durare 17 giorni
come da programma è stato un viaggio di 18 giorni per esigenze di volo, solo
che Serenella e Alessandra non hanno potuto avere un giorno in più di ferie e
sono dovute partire prima di noi. Fortunatamente AnM ha loro trovato un volo
alternativo.
E’ il nostro
16° giorno, il viaggio volge veramente al termine, ma abbiamo ancora delle cose
da fare! Questa mattina una bellissima
passeggiata a cavallo, gli unici a non venire sono Giuseppe e Rita. Ci
divertiamo tantissimo. Quindi rientriamo in pousada dove il pulmino prenotato ci
viene a prendere per riportarci a Barreirinhas.
Arriviamo
alla pousada dove abbiamo soggiornato due notti fa. Mangiamo qualcosa e via di
corsa per andare a sorvolare Il Parque Nacional dos Lençóis. Le dune viste
dall’alto sono veramente spettacolari.
Rientriamo a
São Luís con un bus pubblico serale, il viaggio è lungo, ma in bus sonnecchiamo
tutti. Passiamo la nostra ultima notte nella pousada dove siamo già stati
giorni fa.
E’ il giorno
della partenza, abbiamo il volo nel primo pomeriggio, quindi tutto il tempo per
fare gli ultimi acquisti in questa magnifica cittadina, poi tristi per il
magnifico viaggio volto al termine, con dei taxì andiamo in aeroporto per il
volo di rientro in Italia.
E questo il link al mio canale you tube se vuoi vedere un filmato con foto e video clip del viaggio. Video Brasile Natura
Questo racconto di viaggio è nato grazie al viaggio di gruppo che ho avuto il piacere di coordinare per Avventure nel Mondo
E questo il link al viaggio: Brasile NaturaE questo il link al mio canale you tube se vuoi vedere un filmato con foto e video clip del viaggio. Video Brasile Natura
Fai la blogger ma non sei mai stata in tutti questi posti
RispondiEliminaSono foto riadattate da Google
Che falsità! Le foto sono tutte scattate da me. E non ha neanche il coraggio di pubblicare il commento con il suo nome e cognome.
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